LE ORIGINI

San Donato di Ninea

Un piccolo comune con un grande passato. L'antica Ninea fondata dagli Enotri anteriormente alle colonie greche, situata sulla direttissima via istmica che collega il mar Jonio al Tirreno, di cui si sono serviti anche i Fenici ed i Greci per evitare l'infido territorio della penisola calabrese, ha assunto l'attuale nome il 18 febbraio 1864. La tradizione vuole che San Donato sia l’erede dell’antica Ninea, fondata dagli Enotri in un periodo precedente all’arrivo delle colonie greche. Ebbe grande rilevanza per la sua posizione geografica e il ruolo di centro di culto in epoca medievale. Il toponimo San Donato viene menzionato per la prima volta in un diploma del luglio 1100, con il quale si riconfermavano all'Abazia di S. Maria della Matina, in territorio di San Marco Argentano, tutti i possessi avuti in donazione, fra cui le chiese in territorio Castelli Sancti Donati. In una sentenza del 1153 emessa dalla Curia giurisdizionale di San Marco Argentano si nomina, fra i baroni di Val di Crati, un Ugone di San Donato. Nel 1276 San Donato, con una popolazione di 464 abitanti, è infeudato a Filippo Breton (o Bridone).

San Donato di Ninea

Verso il 1280 San Donato di Ninea appartiene a Baiamonte d'Arci, la cui la figlia Adelasia la porterà in dote al marito Gerardo, marchese di Arena e signore di Altomonte. Nel 1310 appartiene a Filippo Tordi (o Tardi) e poi al figlio di quest'ultimo, Jacopo. Nel 1351 risulta parte del dominio feudale dei Sangineto, conti di Altomonte e Corigliano, da cui passa, nel 1374, alla famiglia Sanseverino per effetto del matrimonio di Margherita di Sangineto con Venceslao Sanseverino conte di Chiaromonte e Tricarico. Verso il 1510, Bernardino Sanseverino, Principe di Bisignano, concede la terra di San Donato e Policastrello in feudo a un cadetto della sua casa, Francesco Sanseverino barone di Calvera; nasce così il ramo dei Sanseverino di San Donato che reggerà il paese fino al 1654, anno in cui muore l'ultima dei Sanseverino, la piccola Annuccia di appena 9 anni e il feudo viene incamerato dalla Reale corte di Napoli. Messo in vendita all'asta, il feudo sarà aggiudicato alla famiglia Ametrano di Napoli (1664), che la terranno fino alla fine della feudalità nel Regno delle Due Sicilie (1806).

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Author: Anonymous
Created on: 11th Oct, 2012 01:52 PM
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